Due video di SHAYTAN di 6 luglio 2010.
Ho portato il cucciolo dal mio amico figurante ufficiale SAS e soprattutto ex collega preparatore di cagnacci da utilità Arturo Antinozzi.
Abbiamo voluto provare le attitudini del cucciolo, ovviamente senza forzare la mano vista la giovane età e vista la prima esperienza in assoluto di questo tipo.
Nella prima fase abbiamo testato un pochino l'aggressività del cane con una fase di sospetto e di leggera minaccia.
Buona la reazione con Shajtan che era preoccupato anche per Luna che riprendeva con la macchinetta, ed infatti lui si girava anche verso di lei; inoltre cercava anche di liberarsi e di scaricare su di me non potendo liberarsi appunto, dandomi colpi con la testa sulle braccia.
Link al primo video
Link al secondo video
Questo breve test è stato sotto mia richiesta incentrato e in accordo con Arturo proprio su queste due distinte fasi per testare proprio le attitudini del cane. E qui si apre un mondo.
Innanzitutto, ogni cane inteso come “individuo” ha caratteristiche diverse, e quindi anche se apparentemente certe tecniche mal si sposano con le caratteristiche dei pastori russi la mia tendenza è quella di non standardizzare le tecniche in base alla razza, ma di standardizzarle in prima battuta solo per testare le reazioni e le attitudini dei cani.
Se questa tecnica fosse stata utilizzata con un altro soggetto di 8 mesi (attenzione l’età è importantissima) il risultato sarebbe stato completo o quasi completo disinteresse nei confronti del salsicciotto. Ma era proprio qui che volevo arrivare: quali sono le vere attitudini del Pastore dell’Asia Centrale?
Lo schema in cui è stato introdotto il cane aveva un significato ben preciso; avendo sottoposto a test di questo tipo ma anche di tipo diverso i miei soggetti, era già chiaro prima che Shaytan avesse atteggiamenti lontani dal comportamento del “molosso”, che non è in grado, proprio a causa dello “sviluppo mentale” di arrivare a questi risultati, al contrario del “cane da pastore”.
A parte questo particolare di certo non trascurabile, vi spiego anche le altre mie decisioni sul lavoro svolto:
Io non credo che il primo approccio sia più corretto tra le mura di casa. Credo piuttosto che a casa non si gioca, si agisce e basta. Il figurante a casa deve assumere comportamenti comunque “finti” per andare ad interagire con il cane, atteggiamenti che il cane non riconoscerebbe in un ladro o in un malintenzionato che di certo non si metterebbe a fingere degli ingressi affrontando il cane, ma farebbe di tutto per non farsi notare. La propedeutica per me deve essere fatta fuori da casa, in casa sul suo territorio il cane deve affrontare il figurante con un bagaglio esperienziale già vasto, in modo da non cadere in fallo. Un esperienza negativa in casa può corrispondere a reazioni negative ogni volta che si ripropone la situazione. Ed è vero che a casa il cane probabilmente si sentirebbe più sicuro, ma è anche vero che a casa, nella vita, il cane dovrebbe lavorare da solo, e quindi se il cane risponde ad un schema, chi ci garantisce che quando non ci siamo il cane sia in grado di riconoscere gli schemi che gli sono stati proposti nell’addestramento. Quindi, a parer mio, a casa solo lavoro sull’aggressività, un'unica entrata nel territorio con attacco e fuga del figurante, senza fronzoli e rituali per caricare il cane (cosa che ovviamente si può fare solo su un cane adulto e ben preparato, oppure incrociamo le dita e speriamo che non succeda mai, o che, se succeda abbiamo un cane con “le palle” in grado di affrontare l’uomo).
Le prove invece fuori da casa, dove il cane può lavorare più serenamente con il proprietario al fianco e senza il fardello mentale di dover difendere se stesso, il proprietario e la proprietà.
La prova era pensata per testare i due istinti “naturali” del cane, che poi sono il veicolo dell’addestramento in genere: aggressività e predazione.
Nella prima fase appunto l’aggressività, senza uso del salsicciotto.
Nella seconda fase, con approccio che definisci “ludico”, la predazione.
Se questo approccio mal si coniuga con gli istinti di un CAO o di un PDC, il cane non avrebbe afferrato il salsicciotto. Dunque perché alla prima esperienza invece il cane ha dimostrato il contrario?
Forse perché gli istinti del molosso non sono quelli del CAO. Allo stesso modo il molosso ha una vita media di 6-8 anni al contrario dei 13 ai quali arrivano molti aborigeni, come tante altre caratteristiche.
La cinofilia sportiva europea, o meglio, le tecniche sviluppate dagli europei per competere in addestramento non servono quasi a nulla per le razze russe, ma credo che valga lo stesso per tutti i grandi molossi (per lo meno per quelli che ancora conservano qualche attitudine al lavoro), io ero arrivato a questa conclusione prima di avere Shaytan.
Comunque a parte questo, vi spiego perché ho deciso di approcciare in questo modo più tranquillo.
Visto che il cane ha ottima aggressività ma è in tenera età abbiamo scelto un approccio più morbido per poter dare al cane il senso della vittoria in modo più sereno. Al contrario questa cosa deve essere fatta su un cane molto più maturo, che può essere anche forzato e che ha meno possibilità di incappare in una sconfitta mentale.
Distogliendo momentaneamente l’attenzione del cane dal figurante e dalla difficoltà del cane (soprattutto del cane giovane) nel gestire l’affronto della sfida con l’uomo, si possono ottenere in seguito risultati molto più esaltanti.
Si può portare il cane ad affrontare oltre alla sfida con l’uomo molte altre avversità, che il cane non può però conoscere se il veicolo che si utilizza è solo l’aggressività.
Io credo che non è detto che un cane che morde a mezza bocca, dentro casa, una tuta da mondioring quasi sempre alle caviglie, sia in grado di mordere sul serio, da solo, un uomo senza tuta.
Riportare il cane in aggressività è poi un gioco da ragazzi, se il cane è per natura aggressivo, se non lo è, non lo è ne prima ne dopo, lavoro a casa o lavoro fuori, predativo o non predativo.
Scusate se sono stato prolisso, spero almeno di essere stato chiaro. Daniele Prosperi |